Disclaimers:   tutto questo avviene dopo 'corrompere la luce', se a qualcuno è scappato questo capolavoro, fa niente, diciamo che i personaggi di Yoroiden Samurai Troopers (che non mi appartengono e con i quali non guadagno $$ ... a meno che qualcuno di voi voglia pagarmi per leggere il seguito ... ma non credo proprio anche perchè se vi piace l'inizio, il resto ve lo posto anche gratis!!!) sono stato un po' manipolati dalla mia mente malata per far saltare fuori  questo casino 
RINGRAZIAMENTO doveroso alla mia consulente estetico/medica: la mia Ljs!
Senza di lei questa parte non sarebbe mai potuta nascere per cui . . prendetevela con lei!!! :P!

Ah ... un'ultima cosa e poi vi lascio leggere tra # ci sono le frasi che si scambiano telepaticamente!


Fili intrecciati

di Dhely

parte I


L'aria era resa fragrante dal profumo intenso dei fiori di tiglio che avevano anticipato la fioritura visto il tepore primaverile di quel marzo così strano e luminoso. Seiji scivolò fuori dalle coperte con un sospiro che non riuscì a non rendere affranto e solo l'intravedere sul cuscino un capo arruffato pieno di capelli blu riuscì a farlo sorridere. Cosa c'era che non andasse non riusciva proprio a spiegarselo, forse aveva proprio ragione Shin: stava pretendendo troppo da se stesso, doveva darsi più tempo. Più tempo . . sorrise pensando a tutto il tempo che aveva di fronte e lanciò un ultimo sguardo affettuoso alla testa spettinata di Touma spuntare fra le lenzuola prima di prepararsi per i suoi soliti esercizi mattutini.
Era pronto, vestito, due passi per raggiungere la porta della sua stanza, ma . . ma non riuscì a sollevare la mano per raggiungere la maniglia. Un'idea come un fulmine lo colpì in pieno. Era chiusa. Lui doveva andare, voleva uscire ma quella *cazzo* di porta era *maledettamente* chiusa . . lì fuori c'era il suo futuro, tutto quel tempo che gli spettava, che era suo di diritto, ma c'era quella porta . . iniziò a sudare. Seiji si sentì preda di un tremore gelido di orrore che non aveva mai provato potesse essere così intenso neppure durante i combattimenti mortali che aveva affrontato fino ad allora, non riusciva a deglutire, non era certo neppure di riuscire ad articolare con la gola contratta un qualche suono. La vista gli si annebbiò in preda a un capogiro che gli affondava gli artigli nel petto, all'altezza del cuore, tutti i muscoli presero a contrarsi seguendo ritmi dissonanti, dolore ovunque e terrore, angoscia, panico . . il respiro non gli arrivava ai polmoni, annaspò per non soffocare e istintivamente mosse un passo indietro, poi un altro e un altro ancora . . crollò inciampando contro qualcosa ma non si fermò. Aveva *bisogno* di avere le spalle coperte, un desiderio fisico e urgente di essere al sicuro, protetto, di chiudersi in uno spazio piccolo, molto piccolo . . si appallottolò letteralmente su se stesso, la schiena appoggiata a un angolo del muro tremando come una foglia e incapace di pensare a null'altro oltre al panico e al terrore che lo invadeva come un'ondata nera ed appiccicosa. 

Touma sentì un tonfo strano che lo portò a galleggiare sulla superficie del sonno. Sorrise tra sé facendosi scivolare sopra il capo le lenzuola: era Seiji che usciva, come tutte le mattine, per allenarsi. Soffocò uno sbadiglio e il suo solito pensiero sul chi mai glielo facesse fare di alzarsi alle sei del mattino per fare una cosa che si poteva fare tranquillamente anche alle quattro del pomeriggio per scivolare piano nella parte di letto che fino a poco tempo prima era stato occupato dal suo compagno. C'era ancora il segno del suo corpo caldo, affondando il capo nel cuscino sentì le narici invase dal suo odore . . sorrise di piacere pensando a quegli occhi d'ametista, alla pelle di seta, alle sue carezze, e poi il suo corpo, i suoi capelli, il suo sesso dentro di sé, il suo sapore . . sfregò il viso sulla federa del cuscino spingendo con le anche nella ruvida cedevolezza del materasso. Se erano quelli pensieri da fare di primo mattino! Non era ancora sveglio e già pensava a scopare . . con Seiji l'avrebbe fatto tutto il giorno, ogni giorno, per una vita intera . . Si detestava quando diventava così melodrammatico! Sospirò mettendosi comodo, forse avrebbe dovuto chiedergli di svegliarlo più spesso se i pensieri di prima mattina erano così dolci. Strano, però, di solito Seiji era molto attento a non svegliarlo e non lasciava mai sbattere nessuna porta . .
Pensiero fastidioso! Touma cercò di allontanarlo, lo distraeva dal ripiombare di nuovo in quell'universo nebuloso e tiepido in cui stava di nuovo scivolando ma non vi riuscì. Socchiuse gli occhi, la vista ancora opaca dal sonno ma attirata da qualcosa di strano: cos'era quell'ombra lì nell'angolo? Sbatté le palpebre un paio di volte. Seiji? 
"Seiji! - saltò giù dal letto, il freddo pavimento a contatto con i piedi nudi lo fece svegliare del tutto. Seiji era come avvolto su se stesso, le ginocchia strette al petto, il capo chino verso l'angolo del muro, le spalle
che tremavano visibilmente e, cosa più terrorizzante di tutte, non emetteva alcun suono. Touma gli si inginocchiò al fianco, sfiorandogli una spalla facendolo sobbalzare dalla paura. - Seiji, che succede?"
Gli passò una mano fra i capelli, era sudato e tremava, lo fece voltare un poco verso di sé cercando di sollevargli il viso e si accorse che era gelato, la pelle bianca come quella di un cadavere , il volto tirato in una maschera quasi grottesca e gli occhi ostinatamente chiusi. Gli passò una mano sulle spalle tirandolo verso di sé, sentiva i muscoli contratti e duri come il marmo e il terrore irradiarsi da lui con una forza quasi palpabile squassandogli l'anima con quel tremito forte e costante. Cosa stava succedendo? Non aveva un'abilità empatica sviluppata come quella di Shin ma era sempre stato in naturale sintonia con Seiji mentre ora tutto quello che poteva riuscire a raggiungere era un muro ostinatamente saldo che non poteva superare senza frantumarlo. Cosa poteva essergli capitato? Un incubo? Ma certo che no! Era vestito, pronto, stava per uscire, non stava dormendo! E allora cosa . . un brivido più forte degli altri, poi lo vide deglutire come se la cosa gli causasse dolore "To . . Touma . ."
Un sussurro soffocato poi si rilassò un poco fra le sue braccia. Touma gli sfiorò i capelli baciandogli il capo
"Sono qui, Seiji, sono qui con te. - Seiji gli appoggiò la fronte su una spalla, un sussurro spezzato gli uscì dalle labbra - Shtt . . va tutto bene . . sono qui . ."
Un sospiro spezzato poi Seiji gli passò un braccio intorno alla vita, affondando la fronte nell'incavo del collo. A Touma si strinse il cuore, sembrava così . . così fragile. Faticava a ricordarsi che quella persona accoccolata fra le sue braccia come un bambino, che chiedeva di essere cullato e accarezzato fosse Seiji . . il suo Seiji . . il suo forte, orgoglioso e inflessibile Seiji

Erano cambiate tante cose, dentro e fuori di lui, li aveva avvisati, si era dato tempo per capire ed accettare quel che era divenuto ma quella era la cosa che più delle altre l'aveva spaventato. Era già successo, ma tutte le altre volte era riuscito in qualche modo a dominarlo o per lo meno non era mai stato così . . totalizzante. 'Ha avuto semplicemente un attacco di panico, succede, non è qualcosa di cui vergognarsi' Seiji ricordava bene le parole del proprio medico, la sua voce pacata e il proprio rifiuto categorico di fronte all'idea di farsi vedere da uno specialista. Lui non ne aveva bisogno, era sempre riuscito a tenere sotto controllo la sua vita e i suoi sentimenti meglio di qualunque cosa, ma adesso . . se gli fosse successo durante un attacco? Quando gli altri avevano bisogno di lui? Erano un gruppo, una squadra, e quello significava che ognuno si metteva con fiducia nelle mani degli altri in caso di pericolo e lui, in quello stato, poteva non essere in grado di proteggere la vita dei suoi compagni. Seiji affondò il capo sulla spalla di Touma, cercando di aspirare a fondo, di intossicarsi con quell'odore che gli era caro e famigliare tanto quanto il proprio. Aveva un indirizzo e un numero di telefono datogli dal suo medico nella tasca interna del suo portafogli. Sospirò abbracciando la persona che amava di più al mondo, lasciandosi cullare dalle sue braccia e da quelle parole che gli giungevano ovattate ma dolci, sussurrate e carezzevoli.
Poteva fargli del male e Touma . .Touma era la cosa più importante della sua vita.

*****5 settimane dopo*****

Touma si appoggiò allo stipite della porta finestra spalancata sul giardino con un mezzo sorriso di annoiata condiscendenza. Tutto quel sole, tutto quel caldo non gli piacevano ma i suoi compagni, lì fuori, parevano non farci caso.
Seiji, Ryo e Shuu si stavano allenando, combattendo fra di loro sotto il sole a picco di quel pomeriggio che sembrava già quasi estivo . . Touma si sforzò di concentrarsi sulle mosse, sugli schemi di combattimenti, ma gli bastarono pochi istanti per essere rapito da una figura sola. Seiji.
Era incredibile, era bianco, così bianca la sua pelle da scintillare quasi nel sole, sembrava fatto di pura luce, i suoi movimenti fluidi e delicati anche se in essi c'era così tanta forza brillavano di un'energia interna che era certo nessun altro possedeva. Si era tolto la maglietta, impossibile da sopportare con quel caldo, e ora combatteva a torso nudo, il corpo perfetto così aggraziato che pareva danzare, reso lucido dal sudore, i muscoli guizzavano rapidi, il suo corpo modellato da una vita di kendo era la cosa più . . perfetta che avrebbe mai potuto vedere. Touma deglutì. Non doveva neppure pensarci ed aveva in bocca il suo sapore, da lì riusciva a sentire il suo profumo, ed era certo di riuscire a percepire chiaramente la sensazione che risvegliava quello sguardo violetto sulla sua pelle, una reazione quasi tattile, così dolce ed eccitante . . la coda che era diventata la sua pettinatura abituale gli era appiccicata al collo e quel viso meraviglioso aveva perso la dolce rotondità che aveva fino a qualche mese prima. Dopo essere stato rapito dai demoni si era fatto affilato, aveva pensato fosse perchè era dimagrito ma ora che si poteva dire non fosse mai stato più in forma di così, le linee del volto rimanevano quelle, più distese forse, ma più mature, più . . sensuali che mai.
Era così concentrato, adorava quando i suoi occhi violetti prendevano quell'espressione profonda, pareva che tutto il suo essere fosse concentrato su una cosa sola e riusciva ad escludere tutto il resto, il calore, la fatica . . arricciava appena le labbra, strette in una linea dura, gli occhi scintillavano come se fossero fatti d'acciaio e lui . . si diede dello sciocco. Non sapeva come Ryo e Shuu potessero resistere a quel tormento, essere di fronte a Seiji in pantaloni e null'altro, sudato, i muscoli gonfi e lucidi, accaldato ed eccitato per la lotta, quello sguardo negli occhi, sfiorarlo ma non toccarlo, avvicinarsi a lui ma non poterlo abbracciare, non poterlo almeno sfiorare, sentire il suo sapore per un attimo, la consistenza della sua pelle . . Touma scosse il capo ma sapeva che lui non avrebbe resistito. Per esempio, quell'affondo che Ryo aveva parato proprio all'ultimo, lui non l'avrebbe fatto . . no, sarebbe scivolato di lato lasciando cadere la spada e gli si sarebbe premuto addosso, l'avrebbe fatto cadere, sbilanciato com'era all'attacco e sarebbe rotolato con lui a terra, l'avrebbe sentito sotto di sé, e l'avrebbe baciato, il suo sapore salato e dolce, avrebbe sfregato le anche contro le sue, lo avrebbe sentito duro contro le sue cosce . . avrebbe voluto che lo scopasse lì, così, davanti a tutti, a lui non importava, i suoi amici avrebbero capito e poi . . Dio! Lo desiderava sempre così dannatamente tanto . .
Il cigolio dello sportello del frigorifero che si apriva alle sue spalle fu quello che lo fece scuotere dal suo torpore, si voltò di tre quarti e vide Shin tutto intento a prendersi qualcosa da bere. Gli sorrise e l'altro gli indicò la confezione di succo di frutta che aveva in mano.
"Vuoi?"
Touma annuì. "Mi chiedevo dove fossi andato, prima ti avevo visto allenarti con gli altri."
Shin sorrise. "Sì, ma fa un caldo dannato, non so come facciano a resistere. Allora ho deciso di andare a farmi una bella doccia prima che ci vada Shuu e ci passi le sue tre solite ore."
Un sorriso, poi Touma si sedette su una sedia davanti a lui, il volto lievemente preoccupato. "Mhm . . capisco. Dovrei chiederti una cosa." 
Il volto di Shin era particolarmente divertito. "Dimmi."
"E' per . . per Seiji. Non so se ti sei accorto ma è da un po' che . . che vuole andare da solo in città e ci va sempre gli stessi giorni, e con gli stessi orari. Io mi chiedevo se . . "
Vide Shin sorridere luminosamente poi cercare di trattenersi, dandosi un contegno. Gli prese una mano tra le sue con uno sguardo dolce "Scusa Touma, non volevo offenderti, ma è da tempo che Ryo e Shuu mi tormentano con la stessa domanda e io a loro rispondevo che se non volevano chiederlo a Seiji potevano provare con te. A quanto pare anche tu non ne sai nulla."
"Ryo e Shuu?"
"Già - Shin annuì appoggiando la schiena all'indietro avvolgendo le mani intorno al bicchiere. - L'altro giorno, mercoledì, quando Seiji è partito, ho dovuto fermare Ryo a forza perché voleva seguirlo. Non credo che sia una cosa da fare, questa - lo guardò serio - Mi sembra un'assoluta mancanza di fiducia nei suoi confronti. Se vuole dirci dove va ce lo dirà." 
Touma scosse il capo, mordendosi un labbro.
"Ma davvero tu non sai niente? Non senti niente? Insomma . . è ovvio che sta vedendo qualcuno . ."
Di fronte all'ovvia angoscia di Touma Shin si protese di nuovo verso di lui. 
"Andiamo, Touma! Non dirmi che sei geloso!"
La sua era stata volutamente una battuta ma vide la crepa che solcò il volto dell'amico e si accorse che così non era.
"Tu non saresti preoccupato se avessi un compagno come Seiji?" una breve mossa del capo, indicando fuori, il prato alle sue spalle, quella figura di luce pura che danzava nell'aria. Shin si passò una mano sul viso.
"Potrei sentirmi molto offeso per quel che hai detto Touma! - cercò di farlo ridere ma il solo risultato che sortì fu quello di essere inondato da un'occhiata di perplesso stupore - Perché dovresti essere tu l'unico geloso? Ryo non ha nulla che non va!"
Touma arrossì. "Non . . non intendevo . . "
Shin sorrise. "Lo so, lo so. Volevo solo vederti sorridere un po', sei diventato tanto cupo durante questa discussione. Ma non credo che dovresti temere, in fondo Seiji è . . - il suo sguardo si puntò fuori dalla finestra ad accarezzare quasi materialmente le figure che si muovevano - è sempre il nostro Seiji. Non ti farebbe mai una cosa simile. Sono certo che ti vuole molto bene."
Touma annuì in silenzio. Seiji non gli aveva mai dato motivo per pensare che ci fosse qualcun altro, ma allora perché si rifiutava di essere accompagnato quando andava in città? Perché non gli diceva dove andasse, e perché? Sopirò con ansia.
"Forse sono io che lo soffoco troppo."
"Seiji è sempre stato quello di noi che con più forza sentiva il bisogno di ritagliarsi degli spazi che fossero solo suoi, e poi lo sai com'è fatto, riesce ad organizzarsi anche i sogni, temo! Potremmo calibrare tutti gli orologi di casa seguendo i suoi ritmi. - lo guardò diretto negli occhi - Touma, ho capito una cosa dividendo questa cosa meravigliosa che è il legame con voi, se c'è qualcosa che non va bisogna parlare. Se tu senti questo suo comportamento come un peso, diglielo, magari lui . . magari lui non se ne è neppure accorto che ti fa stare male. Capita che feriamo chi si ama solo perché non sappiamo come interpreta un nostro comportamento. Diglielo,vedrai che troverete un compromesso, di qualunque cosa si tratti."
Touma annuì piano col capo. Shin era incredibile, aveva l'innata capacità di riuscire a trovare sempre e comunque la parola giusta per ogni situazione e lui si sentiva sempre meglio dopo aver parlato con lui. Stava per ringraziarlo quando sentì le voci provenire da fuori farsi più agitate. Shin si alzò di scatto.
"Che è successo?!"
Shuu e Ryo stavano portando in casa Seiji sostenendolo, Touma sentì un incredibile tuffo al cuore tanto che di fronte all'espressione del suo viso Seiji sorrise.
"Non sono moribondo, ho solo dei crampi! Se la smetteste di fare tutte queste scene . . come se fosse la prima volta che qualcuno di noi ha dei crampi . . "
Lo aiutarono a sedersi sul divano e Touma gli fu subito al fianco.
"Dove?"
"Alle cosce. - un mezzo sorriso - Ma l'ho detto, non sono moribondo, credo che sopravvivrò a questo immane dolore, basta che beva e che mi riposi un po' . ."
Non aveva ancora finito di dirlo che Shin si era già precipitato verso l'armadietto dei medicinali, Touma gli stava versando del succo di frutta e Ryo gli si era seduto al fianco dicendo che era meglio se gli massaggiasse i muscoli. Seiji sospirò quasi contrito e Shuu si infilò le mani in tasca.
"Bhè, se qui tutti avete da fare io vado a farmi una doccia, fuori fa un caldo dannato e sono sudato marcio. Non vorrei essere al posto tuo, amico!"
Seiji raccolse il sorriso con un gesto della mano "Io invece vorrei poter venire a lavarmi . . puzzo che faccio schifo . . "
Tre 'NO' lapidari e in coro misero fine a qualunque possibilità di fuga.
Touma borbottò con Shin finchè non decisero che era meglio disciogliere una bustina di integratore salino nel succo di frutta e mentre l'arciere era lì che girava il cucchiaino nel bicchiere, l'altro Samurai affrontava le scale a due a due per correre da Shuu e obbligarlo a trangugiare lo stesso intruglio 'perché siete tutti disidratati e non si sa mai'.
Touma gli si sedette al fianco.
"Sei un irresponsabile. Da quando non riesci a capire fin dove ti puoi spingere e fin dove no?"
Seiji torse la bocca in un ghigno a metà fra il doloroso e il sarcastico. I massaggi di Ryo erano perfettamente adeguati ai crampi, ma facevano un male terribile.
"Smettila di farmi la predica. Non la accetto da nessuno, tantomeno da te. - fissò con aria lievemente schifata il bicchiere che aveva in mano - Temo a chiederti che roba sia quella. Non morirò avvelenato, vero?" 
Touma grugnì qualcosa porgendoglielo. Seiji inghiottì tutto in un'unica ampia sorsata, meglio non soffermarsi troppo sul gusto . . che non era poi così male ma di certo c'erano cose più buone; poi con un sospiro si lasciò cadere all'indietro, chinando il capo sulla spalliera del divano e socchiudendo gli occhi.
"Stai davvero così male? Vuoi altro?"
Lo vide sorridere appena. "Avrei ancora sete ma se proprio vuoi renderti utile . . potresti andare a prendere qualcosa, un panno umido, un asciugamano bagnato . . sto morendo di caldo . ."
Quando anche Touma scomparve al piano di sopra, improvvisamente il massaggio di Ryo si fece più leggero. "Sei sicuro che va tutto bene?"
Seiji non aprì neppure gli occhi "Mi gira solo un po' la testa, dev'essere . . il caldo. E ho sudato parecchio..."
Le mani di Ryo si fermarono e Seiji non se ne accorse neppure, scivolando lentamente in una specie di torpida incoscienza. I jeans leggeri che indossava permettevano a Ryo di sentire i muscoli scolpiti tremare al di sotto, gonfi e duri. Dovevano fargli davvero male, l'aveva visto perdere quasi i sensi per un attimo, era contro di lui che stava combattendo quando si era accasciato e aveva notato la luce nei suoi occhi tremolare fino quasi ad estinguersi nel volgere di un battito di ciglia. Ovviamente era normale avere dei crampi, era una cosa che capitava spessissimo, e anche se Seiji non era il più soggetto dei cinque, non era neppure nuovo a questa dolorosa esperienza. E allora cosa . . Ryo deglutì bloccando la domanda prima che si formasse compiutamente, perché se fosse successo, avrebbe dovuto dare un nome a quell'ansia terribile che aveva preso tutti, e avrebbe dovuto . . tremò nonostante il caldo.
Seiji era lì, davanti a lui, sudato e stanco, mezzo incosciente, seduto sul divano, il braccio destro appoggiato a schermarsi gli occhi, il sinistro abbandonato di fianco, il collo arcuato all'indietro, il capo rilassato, le labbra appena dischiuse. Era . . era come una droga, era come ubriacarsi, era come perdere la testa . . La mano di Ryo gli sfiorò delicatamente la gamba, trovò il contorno del muscolo e lo percorse fino all'attacco con l'anca, gli scivolò sul ventre umido e duro, lucente sotto la luce di quel pomeriggio infuocato e si sentì preda di una vertigine strana . . meravigliosamente strana . . seguì l'arco delle costole fino allo sterno, la sua pelle era velluto, velluto tiepido . . una pesca, sì, una pesca da mordere, succosa, morbida, dolce . . gli sfiorò il petto glabro, giocando appena con i capezzoli, strappandogli un sospiro. Avrebbe voluto assaggiarlo, sentire il suo sapore, avere il suo odore sulle mani, sul corpo. Ryo si mise in ginocchio, se gli avesse morso un capezzolo si sarebbe svegliato, avrebbe riaperto gli occhi e lui non voleva, e poi . . poi c'era Shin.
Shin. Shin. Shin. Lo ripetè dentro di sé come un mantra, ma la cosa non servì a nulla, non c'era un volto che si associava a quel nome, c'era solo il fuoco che gli mordeva le viscere, che gli scorreva nelle vene, che gli inturgidiva il sesso, che lo faceva impazzire . . Si passò la lingua sulle labbra. Dio com'era bello, Dio com'era eccitante, Dio com'era . . gli passò la mano sul collo, assaporando con la punta delle dita il pulsare troppo rapido della giugulare, era sul limite dello svenimento, aveva la pressione troppo bassa. Questa notizia gli solcò il cervello senza aver effettiva presa. Ryo si alzò sulle ginocchia, perso nella contemplazione assoluta, quelle labbra appena dischiuse che parevano un invito a essere baciate, a essere morse, ad essere assaporate . . Si chinò su di lui, sentiva il suo fiato solleticargli le labbra, il suo profumo stordirlo, la sua vicinanza come un'ombra densa che lo avvolgeva intossicante. Non aveva mai desiderato una persona in quel modo, non aveva mai sentito tanto dolore a essere al fianco di qualcuno, tanta brama, tanta eccitazione . .
#RYO!#
Un urlo, un urlo silenzioso che gli spaccò il cervello, facendolo sobbalzare sul divano dal terrore. Touma lo stava fissando con gli occhi di brace dall'ingresso della cucina, un'espressione così furiosa che Ryo non seppe far altro che distogliere lo sguardo.
"Touma . . fortuna che sei arrivato . . "
"Per fortuna davvero!" La sua voce era un ringhio. Ryo deglutì cercando di riprendere il controllo.
"Non è come pensi . . ha avuto un piccolo collasso, ha . . è disidratato, penso . . e io stavo cercando di . . di . . "
Lo sguardo di Touma divenne preoccupato e tutto concentrato su Seiji. Gli sfiorò il voltò con l'asciugamano umido lavandogli via il sudore e gli ascoltò i battiti del polso.
"Vai a prendere da bere!"
Touma gli rinfrescò il petto, il collo e quando scese anche Shin era ancora lì, Seiji con gli occhi ancora chiusi.
"Che succede."
Touma scosse il capo. "Ryo ha detto che ha perso conoscenza, probabilmente è davvero disidratato. Passare ore ad allenarsi sotto questo sole . . Ma il battito si sta regolarizzando."
Shin annuì. "Deve solo bere.- si voltò verso Ryo, chino davanti al frigo - E dovresti fare lo stesso anche tu! Non avrete sudato meno che lui! Solo che mi sa che sei un testone come Shuu, per fargli bere l'integratore ho quasi dovuto picchiarlo!"
Ryo annuì attaccandosi al collo di una bottiglia, come se la sete che aveva provato dentro potesse essere estinta in quel modo.




 


parte seconda
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